Da grande voglio fare lo Youtuber

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Youtube e la sua importante decisione di introdurre nuove regole a tutela dei minori

Youtube vanta un pubblico trasversale ed eterogeneo, ma è indiscusso il fascino e la fama che possiede fra i giovani e giovanissimi che inseguono il sogno di diventare Youtuber famosi, ricchi e seguiti da centinaia di migliaia di follower.

Seconda solo al browser Google per numero di utenti/giorno, la piattaforma multimediale Youtube, nata nel 2005, consente di visualizzare e condividere video di varia natura. Una fonte enorme di materiale visivo – video musicali, film , tutorial – che, nel 2018, ha contato più di 30 milioni di utenti attivi al giorno e circa 5 miliardi di video condivisi. (Fonte: clicca qui)

Attenzione però, caricare video online può essere divertente quanto pericoloso se mancano consapevolezza rispetto alle possibili conseguenze e un’ adeguata guida/supervisione da parte degli adulti. A questo proposito, Youtube ha scelto di introdurre nuove e necessarie regole a tutela dei minori.

I ragazzi sognano di diventare youtuber famosi e ricchi

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Quella di caricare propri video è un’abitudine che sta iniziando ad attrarre sempre più ragazzi, e sempre più precocemente. Non è infrequente infatti incappare in contenuti che ritraggono bambini di 9-10 anni nelle situazioni più disparate. Gli stessi bambini che, incuriositi dai loro idoli youtuber, imparano da soli a realizzare e condividere video online. Il potenziale pericolo insorge dal momento in cui ciò accade nella più totale inconsapevolezza da parte dei genitori.“Vedo che fa dei video, che usa lo smartphone, che sta su internet, ma non so bene cosa faccia”. Questa una delle frasi più ricorrenti pronunciate dai genitori quando gli si chiede conto delle abitudini virtuali dei propri figli.

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Un fenomeno in costante e preoccupante aumento

Complici anche alcune app, basate proprio sulla realizzazione e condivisione di video – TikTok tra tutti – , i bambini oggi subiscono il fascino di questa modalità comunicativa, molto più diretta e divertente rispetto alla scrittura.

Com’è facilmente intuibile, però, bambini di 8-9 anni non possiedono la necessaria consapevolezza di ciò che dovrebbe o non dovrebbe essere pubblicato online. Inoltre, la maggior parte di loro non comprende realmente cosa voglia dire condividere qualcosa in rete, né tantomeno immagina quali possano essere le eventuali conseguenze.

Ecco spiegato il motivo per cui online si possono trovare video in cui bambini, da soli o con altri coetanei, si ritraggono mentre cantano, ballano, ridono, fanno versi; possono essere a scuola, in giro, o anche in casa, magari non sempre vestiti di tutto punto.
Si sa, la rete è aperta al mondo e ciò che purtroppo spesso accade è che sotto tali contenuti si scatenino commenti di ogni tipo: dalla più apparentemente innocua presa in giro, alle offese più pesanti al bambino o ai suoi familiari. Senza parlare dei tentativi di adescamento messi in atto da pedofili che sfruttano proprio certi canali per entrare facilmente in contatto con i minori.

Non occorre essere psicologi per capire quanto possa essere traumatizzante per un bambino ritrovarsi coinvolto in una situazione simile. Quello che nella sua testa nasce come un gioco divertente rischia di tramutarsi in un’esperienza che può riempirlo di paure, ansie, vergogna e sensi di colpa. Il tutto molto spesso affrontato da solo, per il timore di confidare a qualcuno, specie ai genitori, ciò che gli accade online.

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Youtube: una presa di posizione necessaria e lodevole

Per fronte a questo fenomeno, Youtube ha in questi giorni deciso di adottare delle specifiche regole. La decisione presa dal colosso americano del web è di disabilitare la possibilità di commentare video in cui appaiono bambini molto piccoli e di rimuovere e moderare i commenti già pubblicati che abbiano caratteristiche di molestia, cyberbullismo o adescamento

Una task force di esperti è stata chiamata a vigilare su quanto avverrà d’ora in poi sulla piattaforma. 

L’intento, come spesso accade, deve scontrarsi con la vastità e con le caratteristiche della rete, che spesso rischiano di vanificare interventi simili, ma il segnale lanciato è importante perché va nella direzione, finalmente, di un impegno concreto per cercare di salvaguardare l’incolumità, fisica e psicologica, dei minori in rete.

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