Il termine grooming (da “to groom”, adescare) è un reato e riguarda le condotte manipolative messe in atto da un adulto per tentare di instaurare e mantenere una relazione di natura sessuale con un minore attraverso l’utilizzo di canali digitali.
La dinamica di adescamento solitamente si articola in diverse fasi. Si parte con la fase dell’amicizia in cui l’adescatore (groomer) celato dietro un falso profilo creato ad hoc tenta di avvicinare e mettersi in contatto con la vittima. Dopo aver rotto il ghiaccio si passa alla fase della solidificazione del rapporto creando una relazione di fiducia, segue poi la valutazione del rischio sia riguardo la probabilità di essere scoperto che sulla possibilità di un incontro reale. A questo punto l’adescatore lavora sulla costruzione di un legame affettivo e di intimità virtuale la cosiddetta fase dell’esclusività del rapporto. L’ultima è la fase sessuale in cui si compie l’abuso ai danni del minore, che può avvenire con un incontro fisico ma anche virtualmente attraverso l’invio di materiale pedopornografico o interazioni attraverso webcam in cui vengono praticati atti di autoerotismo.
Questo scenario terrificante può essere prevenuto adottando delle strategie per proteggersi: ricorda sempre che virtuale è reale, ciò che fai online ha delle conseguenze, non condividere informazioni personali, scegli attentamente con chi chattare e cosa inoltrare.
Per un genitore è sicuramente difficile avere un controllo totale dall’attività online dei figli, ma fondamentale per questo è creare un dialogo e un canale di ascolto costante su tematiche come il digitale e la sessualità.
L’educazione digitale e l’educazione sessuale sono indispensabili e fondamentali per aiutare i nostri ragazzi nella crescita e per proteggerli da queste minacce.